E lui è li, 3 metri, forse 4,ma mille anni di distanza.
Aria stanca, è esausto. Attende assorto chissà in quali pensieri, attende che la macchinetta del caffè faccia il suo dovere, e rimane assorto.
Arriva il suo amico, si gira, parla, si gira verso di me, incontra il mio sguardo e si rigira. La macchietta ha finito, se ne và, passo lungo, veloce, capelli al vento, poco curato, orribilmente indifferente, tutto scivola via..
Il sogno svanisce, entra il professore in classe, chiude la porta.
Un'altro giorno senza lui, quei pochi secondi mi bastano, ormai mi bastano.
Intervallo, e trasciniamoci lenti verso il termosifone, l'unica cosa capace di scaldarmi. Arriva lei, via coi discorsi filosofici alternati al suo grande fratello, faccio finta di ascoltare, basta annuire.
Finisce l'intervallo, chissenefrega, meglio stare con lei che nella prigione.
ma ormai è passato troppo tempo, torno in classe, il prof mi rimprovera, non lo degno nemmeno di attenzione.
Passa la 4° ora, la 5°, niente di particolare.
5° ora, oggi si esce prima, bene.
Indosso la giacca, ed esco fuori dalla porta, in fondo al corridoio lui, si gira di scatto; rimane girato.
Torno in classe, suona.
Si esce, precipitandoci come una massa informe verso il pullman, se no non troviamo i posti.
Pieno di coppiette, ragazzi che si baciano, si abbracciano; e io lì, camminavo, pensavo: non prenderò parte a questo mondo.
Lascerò correre, ancora qualche anno, non posso perderci nulla..
E domani si ripeterà, tutto, uguale. Non reagisco più, ma va bene così.
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ciao non so come sono finita sul tuo blog... cercavo informazioni... piu che altro cercavo modi per uscirne... mi piacerbbe parlare con te, anche perche non riesco a paralare con nessuno conoscente. ti lascio il mio account martaweee@hotmail.it
RispondiEliminaHo provato ad aggiungerti.. ma non mi riesce..
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